Definizione del  dialogo tonico- emozionale: Trasferimento  da una persona ad un’altra delle emozioni e dell’ affettività attraverso lo stato di tensione/distensione del corpo.

Possiamo per esempio riconoscere dalla tensione della mimica, sopracciglia contratte, sguardo intenso, bocca serrata, tono della voce elevato a cadenza rapida, contrazione delle mani e tensione muscolare generale , la rabbia nell’Altro (emozione)di fronte al suo bambino che non gli obbedisce (affettività, non gli piace non essere rispettato).

Le radici storiche della psicomotricità risalgono all’ inizio del secolo scorso nell’ ambito della neuropsichiatria in cui vengono associate per la prima volta il legame stretto tra la psicopatologia e l’espressione di essa al livello motorio sia nella sua organizzazione, nella tonicità muscolare e nella sua espressività. J de Ajurriaguerra, pedopsichiatra in Francia,  introdurrà assieme a H.Wallon il concetto di dialogo tonico come fondamenta della vita affettiva, emotiva e nella costruzione psichica dell’ individuo.

Il momento dell’ allattamento sia naturale che misto o con il biberon rappresenta un momento in cui sono presenti tutti parametri psicomotri che costituiscono lo sviluppo del bambino. Corrisponde ad uno spazio per un tempo, con un ritmo, una vita sensoriale con processazione di piu’ stimoli (odori, suoni, riflessi di suzione, consistenza e temperatura del latte, contatto), sensazioni vestibolari (spostamenti, equilibrio, posizione del corpo) e cicli comunicativi con la mamma o la figura che  si prende cura della nutrizione. Siamo in un contesto in cui l’unione di questi diversi aspetti prendono senso e significato in relazione con l’Altro.

Favorire il dialogo tonico durante il momento della nutrizione e’ provare a tutelare un momento di calma protetto da distrazioni come la Tv, il cellulare, ambiente rumoroso o con luminosità eccessiva per permettere alla diade ( coppia adulto-bambino) di preservare un momento di scambio limitando le interruzioni o elementi disturbanti che potrebbero stressare o spaventare il neonato.

E’ importante poter trovare una postura in cui il corpo dell’ adulto sia uno spazio rassicurante, accogliente, stabile che permetta al bambino di essere mantenuto in equilibrio, senza paura di cadere, in relazione con l’Altro (sia al livello fisico che psichico). Gli aggiustamenti posturali, abbassare le tensioni,  o eventuali fastidi provati dalla madre o da chi nutre il bambino sono delle occasioni per trasformare una situazione sgradevole in un momento di ricerca   di piacere e  per trasmettere la nozione di ricerca di “meglio essere”(anche raccontando al bambino “aspetta, mamma si mette meglio”, “ ti sposto che il mio braccio è schiacciato….”, “ora sto meglio”); ( vedi link sulle posture di allattamento: https://youtu.be/teyJqlRc4Zc ).  

Il bambino è immaturo al livello motorio e lascia una gran parte dell’ investimento del dialogo tonico emozionale all’ adulto: i segnali di sconforto, di difficoltà ad attaccarsi, di deglutire inviati dal neonato sono delle occasioni per creare dei cicli comunicativi che andranno ad incrementare  da un punto di vista comunicativo il rafforzamento del legame e dell’ affettività nella diade. L’affettività potrebbe essere pensata come “il colore” che noi diamo e trasmettiamo ad una esperienza. In preparazione agli svezzamenti (quello del cibo è il primo, altri saranno le prossime conquiste di autonomia, separazioni, individuazione). L’approccio al cibo, il contesto comunicativo con l’Altro  sarà determinante in quella prima fase per il futuro socio affettivo. Il momento della nutrizione, anche se avviene con il biberon,  conserva nei primi mesi della vita del neonato, una sua importanza: fatto contro il corpo dell’ Altro in adeguamento ad una postura comoda per entrambi favorisce un momento sereno. Si ottiene, con pazienza la  trasformazioni di conflitti, stati di tensione (bambini che hanno difficolta ad attaccarsi, coliche….) con degli aggiustamenti, correzione delle tensioni, cambio del seno/tettarella cercando di favorire lo stato di quiete della diade.

L’appoggio del braccio che accoglie la testa del bambino può essere sostenuto da cuscini con gomito appoggiato, la testa del bambino più alta dei suoi piedi, la possibilità per lui di muovere la testa per attaccarsi e staccarsi lasciando che sia la  sua motricità, ancora diretta dai suoi riflessi arcaici, a dirigerlo verso la soddisfazione dei suoi bisogni.

Come per potere attaccarsi con un “si” della testa e staccarsi con un “no”. Ecco che compaiono, oltre ai segnali motori (agitazione/quiete) o tonici (tensione, distensione)o fisiologici (fame/sazietà- sonno/veglia), dei segnali che diventano, attraverso cicli di comunicazione attivati dall’Adulto, messaggi colorati da affettività. Essi si sviluppano dall’ interpretazione,  dalla trasformazione, e dal contenimento da parte dell’adulto che investe il dialogo tonico in modo funzionale (investimento di funzionamento). Il grado di investimento ( ricerca di piacere, disponibilità con lo sguardo, tono della voce, contatti fisici,  aggiustamenti della postura, correzione delle tensioni, colore dell’affettività, carica emotiva, disponibilità a cercare di creare un momento sereno) si distingue, dagli studi di Cukier- Hemeury et al. in 3 tipi di investimento di funzionamento nel dialogo tonico emozionale (non investito-moderatamente investito-investito) in funzione della quantità/qualità delle azioni del genitore/adulto e delle reazioni del neonato.

E cosi che “grazie alla ricerca del migliore modo per tenere il suo bambino per assicurare  sia il confort di esso sia il proprio, che la madre può accedere progressivamente all’ investimento del dialogo tonico.”

Il momento della nutrizione è una situazione di trasformazioni corporee che avviene non soltanto attraverso un cambiamento di sensazioni (dolore della fame e omeostasi dalla sazietà – benessere di tutti gli organi-) ma anche dal rimando che ne darà l’adulto sia con il linguaggio (  da “Mamma mia che fame !” al sentire i gridi affamati del bambino a “Ecco ora hai la pancia piena”) sia con la comunicazione non verbale (tensione/distensione della postura, tono della voce, sguardo….) e dalla sua funzione di organizzazione delle sensazioni (enterocettive,propriocettive- sensazioni interne ed esterne al corpo).  

Cari genitori, sappiamo che il momento della nutrizione può essere delicato, difficoltoso, frustrante, faticoso….ecco perché parliamo di una ricerca del piacere che richiede, tranquillità, pazienza, osservazione, tentativi, sbagli, esperimenti, affidandovi a quelle competenze di genitori che portate in un baule, che richiedono di essere scoperte come un tesoro con la dovuta tolleranza nelle vostre capacità. Quello che funziona per un bambino può non funzionare per un altro. Siete il genitore/ l’adulto che  si prende cura di quel bambino in quel determinato momento.

Cosa avviene al dialogo tonico con la crescita della diade?

Nell’ andare dei mesi, lo sviluppo psicomotorio del neonato tralascia una motricità riflessa verso una motricità  più evoluta, in cui il tono muscolare passerà dall’ipotonia/tensione del riflesso ad un tono muscolare con maggiori variazioni fra tensione e distensione sia sugli arti superiori che inferiori sia nel controllo del capo, tronco e gambe. Nasceranno nuovi schemi motori che preparano il bambino a maggiori spostamenti  nello spazio circostante grazie ad una migliore coordinazione del gesto volontario e all’integrazione dei diversi canali sensoriali e segmenti del corpo. Per esempio, il neonato riesce a vedere ad una distanza di circa 30-40 cm (distanza seno-viso della madre) che progressivamente con la maturazione dell’ acuità visiva si allungherà. In concomitanza, compaiono nuovi suoni all’ interno del cavo orale, compare una mimica che varia in funzione delle emozioni sempre con la traduzione di esse nell’ utilizzo del tono muscolare, sempre più colorata di affettività, emozioni e di significati. Attorno al 4°-6° mese, le braccia del bambino e l’inizio della prensione medio palmare (grossolana a martello con tutte le dita della mano) gli permettono di poter afferrare degli oggetti come ad esempio il biberon. L’inizio del controllo capo- tronco permette di assumere una postura più autonoma per il momento della nutrizione. Queste  nuove competenze possono quindi diventare una occasione di maggiore autonomia  che segnerà l’avvio del processo di individuazione nei confronti dell’ Altro.

La nascita del linguaggio, suoni significanti che permettono di proseguire una comunicazione a distanza con l’emissione della voce, accompagna ad una diversità e ad un arricchimento del dialogo con l’Altro che influenzerà la variazione e la maturazione della vita affettiva ed emotiva del bambino e anche dell’ Altro.

Il dialogo tonico emozionale dei primi mesi rappresenta le fondamenta nelle capacità comunicative verbali e non verbali: saranno un substrato determinante nelle  capacità di adattamento e nelle interazioni con l’ambiente fisico e sociale.

 

Bibliografia:

COUSIN Denise . L’investissement du dialogue tonique sa place dans la génèse de la comunication. Enfance n°5-1982

AJURIAGUERRA J. De. Ontogénèse des fonctionnements neuropsychologiques. La notion de fonctionnement. Cours du Collège de France 1979.

CUKIER-HEMEURY F., LEZINE I., AJURIAGUERRA J. De.Les postures d’allaitement au sein chez les femmes primipares. Psychiatrie de l’enfant.1979.

ANZIEU Didier. L’io Pelle. Ed Borla 2005

Redazione L’Elefante Invisibile

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