Che ci sia una giornata internazionale – e non mondiale, perché numerosi paesi si guardano bene dal riconoscere questa ricorrenza – contro la violenza sulle donne, è senz’altro molto importante. Bisogna però guardarsi attentamente dal rischio di cadere nella ritualità e nella celebrazione doverosa e fine a sé stessa.

Non è con la retorica né col politically correct che si rispettano e si salvaguardano le donne; non è dicendo “sindaca” o “ministra” o tingendo di rosso le panchine che si cambia una cultura patriarcale e maschilista.

Il fenomeno della violenza sulle donne in tutte le sue molteplici manifestazioni – in casa o per strada – è in crescita, non in regressione; questo ci deve indurre a pensare di fare qualcosa di concreto senza perdere altro tempo. Fare qualcosa – ognuno nel proprio ambito sociale e relazionale, nel proprio lavoro, nella propria cerchia di conoscenze, nelle istituzioni e nell’associazionismo – e farlo subito.

Violenti non si nasce, ma sicuramente “si cresce”; la violenza si impara da piccoli all’interno di una cultura stereotipante che propone – anzi, impone – modelli distorti e fuorvianti di maschile e femminile.

I modelli supervirili, il mito del maschio alfa, la dominanza ed il possesso, l’analfabetismo affettivo, il primitivismo sessuale, sono tutti prodotti di una cultura arcaica, incoerente ed assurda nella società contemporanea. Così come i corrispondenti dogmi femminili della bellezza, della seduttività come valore supremo, della “fragilità” e dell’appartenenza ad un uomo (meglio se alfa).

Occorre denunciare apertamente questa cultura, intervenire sui genitori, nella scuola, nella pratica sportiva; lavorare sui bambini prima che sugli adolescenti, nella consapevolezza dell’estrema precocità di questa inculturazione di genere.

Ogni occasione è buona: il 24 novembre dalle ore 17, nella biblioteca comunale di Cecina, porteremo questo messaggio e le esperienze di alcuni di quelli che lavorano sul campo e che affrontano, con umiltà e senza retorica alcuna, ogni giorno, queste vischiose questioni “di genere”.

Ci auguriamo – e personalmente ci impegniamo – di dare seguito a questo evento cercando di proporre azioni concrete e di fare rete con tutti gli altri organismi e persone capaci di darsi da fare in proposito,

 

Dal dire al fare SUBITO